Momenti Pucci*

Succede anche ai più cinici, alle rocce irremovibili e agli orsi polari.
Si cerca di essere fraintesi a tutti i livelli, e allontanati e odiati e.
Però, a dispetto delle usuali lagnanze e del piccolafiammerismo dilagante accade che una sera, d'inverno, colla neve che prova a colorare di bianco una città gelida e già quasi addobbata a festa, col lavoro che pressa, sempre, con le cose buie per la testa, e con l'agenda piena e la lista delle cose da fare sempre più lunga, accade che una sera, a sorpresa, si stia bene.
Una sera si piglia un tram e si va a casa di amici e si chiacchiera e ci si fa le feste e si magna e si beve daddio e poi è naturale che si rida e che il tempo non pesi addosso come il macigno che è e fa.
Ed è naturale che il vino renda più allegri e giocosi e si abbia piacere di stare colla gente e si rida e si scherzi come quasi si era dimenticati di poter fare.
E poi ci son gli abbracci attesi e quelli regalati, quelli improvvisati da vicino e quelli chiamati da lontano. Un sacco di abbracci, tanti, tutti belli.

Era anche il compleanno di Tony e Soglia. Ma io volevo dire soprattutto che per me è stata una serata in cui star bene, cosa che ultimamente non è proprio facile, e volevo ringraziarvi, tutti quanti.


*il titolo di questo post è una citazione volontaria di un certo signore che mi ha invitata a teatro, la sera dopo questa qui raccontata, e che ha contribuito alla piacevolezza di questo weekend. Anche a lui, grazie.

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